domenica 2 febbraio 2014

Una strana sesta sinfonia "Tragica" di Eiji Oue

Spesso, per brevità, si dice, ad esempio, la "Pastorale" di Karajan o la "Patetica" di Bernstein per dire in sintesi "La Pastorale di Beethoven fatta da Karajan" o "La Patetica di Ciaikovskij diretta da Bernstein".
Nel caso dell'ultimo concerto in Auditorium con l'ottima orchestra Verdi (che per inciso ha suonato molto bene con piccole sbavature nei fiati), diretto dal direttore giapponese Eiji Oue, si potrebbe dire: "La sesta sinfonia "Tragica" di Oue da un'idea di Gustav Mahler".
Infatti il direttore giapponese, evidentemente inseguendo un proprio e personalissimo intento estetico ed espressivo, ritenendo evidentemente la partitura approntata da Mahler una bozza da perfezionare, nonostante tutte le indicazioni e le raccomandazioni che Mahler ha disseminato ovunque lungo tutta la partitura, non ha avuto esitazioni ad intervenire sulla pagina scritta.
Quindi, con una certa disinvoltura, e anche con una certa maestria, il suddetto direttore ha realizzato una nuova versione della sinfonia modificando la durata di alcune note, rallentando il tempo per evidenziare meglio alcuni particolari o alcune melodie, e accelerando con il medesimo intento e questo praticamente lungo tutto il percorso del brano. C'era da farsi venire il mal di mare e alla fine, sono onesto, non ci ho capito molto.
Personalmente, abituato fin dalla prima VI di Mahler che ebbi modo di ascoltare nel remoto 1969 sotto la direzione di un giovane e fiammeggiante Claudio Abbado, a cui sono seguite molte altre audizioni di questa sinfonia anche con molti altri direttori, ed essendomela anche studiata un po', me ne sono fatta una certa idea che ben raramente in qualche modo trovava riscontro nell'esecuzione dell'altra sera.
E' chiaro che ogni direttore gode di margini di manovra molto ampi ma restando dentro ciò che l'autore ha scritto per cui di fronte a certe trovate mi sono trovato piuttosto a disagio.
Per concludere  si è trattato di un'esecuzione che nulla ha aggiunto alla mia conoscenza di questa sinfonia, né dal punto di vista emozionale o puramente strumentale per cui la archivio come una serata molto particolare e un po' folle di cui avrei fatto volentieri a meno.
Però è un peccato perché il direttore giapponese in realtà non sarebbe niente male come si può notare ascoltando una quinta di Mahler registrata a Barcellona che non sarà un'esecuzione d'importanza storica ma si ascolta bene.

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