lunedì 10 febbraio 2014

Claudio Abbado a Lucerna 2013

Questo è il concerto con il quale si inaugurò il festival di Lucerna 2013 e diretto da Claudio Abbado.
Programma meraviglioso con tre autori sui quali ha lavorato una vita pensando e ripensando.
Come diceva Abbado in un'intervista Beethoven è un autore nel quale c'è sempre da scoprire; praticamente te lo porti dietro per tutta la vita, come esecutore e anche come ascoltatore perché non si finisce mai di imparare ad ascoltare un autore che così generosamente ha sparso il proprio genio.
In questo concerto esegue anche l'Ouverture Tragica di Brahms, un pezzo meraviglioso e costruito in modo perfetto da Brahms partendo da piccole cellule tematiche. Questo pezzo di Brahms è la prima cosa che conobbi di questo autore e quindi gli sono particolarmente affezionato.
Tra Brahms e Beethoven, come faceva 40 anni fa nei concerti scaligeri, Abbado mette un brano novecentesco, questa volta Schoenberg con due brani tratti dai Gurre Lieder (il Lied der Waldtaube è un brano veramente impressionante). Uno Schoenberg iper tardo romantico e tardo wagneriano che scrive un pezzo ipertrofico, come Mahler con l'ottava sinfonia e Stravinskij con la Sagra. Poi l'orchestra si frammenterà in infinite combinazioni.
Per me questo concerto è difficilmente commentabile e non lo voglio neanche fare.
Ci sono delle cose però che mi hanno impressionato. Ad esempio come gli strumentisti guardano Abbado, come se fossero legati a lui da un fluido, tutta l'Eroica concertata magistralmente e condotta con tempi abbastanza rilassati, vedi il trio dello scherzo, e sommamente commovente con una marcia funebre vissuta come un brivido e quasi come una premonizione (impressionante la commozione di Abbado alla fine del movimento), la figura stessa di Abbado così fragile e chiaramente intaccata dal male osservato con preoccupazione, mi pare, da Roberto Benigni presente tra il pubblico, il gesto di Abbado, così parco ed essenziale, l'ovazione finale al termine dell'Eroica, l'ultima Eroica di Abbado!
Purtroppo Claudio Abbado non è più tra noi perché gli è capitato ciò che capita a tutti, prima o poi, ma gli dobbiamo essere grati per tutto ciò che ha fatto sempre ma in particolare in tutti gli anni seguenti alla sua malattia dove è come se avesse trovato in sé nuove forze, una grande umanità, una leggerezza e una trasparenza ineguagliabile.

Su Abbado e Beethoven questo video



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