mercoledì 10 luglio 2013

Dirigere con gli occhi

Ecco Leonard Bernstein nel video con l'esecuzione, come bis, del finale della sinfonia n. 88 di Franz Joseph Haydn, un autore di cui non si parlerà mai troppo bene tanto è grande, divertente, arguto e assolutamente geniale. Altro che una specie di domestico di corte!
I Wiener Philharmoniker ovviamente vanno anche da soli ma la concertazione è di Bernstein. Alla fine bastano dei cenni con gli occhi per dare gli attacchi. Certo, sarebbe un supplizio dirigere così, senza muoversi, e sarebbe anche assurdo, ma in questo caso Bernstein cede la scena all'orchestra, grandissima, anche se alla fine, ovviamente, raccoglie ancora più applausi.
Una cosa simile, ma con modalità diverse, la vidi fare a Evgeny Mravinsky quando venne alla Scala negli anni '70 per dirigere un concerto con la "sua" Filarmonica di Leningrado. Nella prima parte Mariss Jansons, che era suo assistente, diresse la sinfonia "Classica" di Prokofiev. Bella esecuzione, ma non migliore della mia edizione discografica con Ormandy e la Filarmonica di Philadelphia. Nella seconda parte Mravinsky, con le sue brave decorazioni sulla giacca, diresse la IV sinfonia di Brahms. Esecuzione impeccabile e senza alcuna concessione a sentimentalismi ma molto profonda. Durante l'esecuzione dello scherzo ad un certo punto Mravinsky si fermò completamente, non che si muovesse molto a dire il vero quando dirigeva normalmente, e lasciò suonare l'orchestra da sola. L'orchestra continuò imperterrita, ovviamente. Erano preparati alla perfezione, ovviamente.
Si citano anche casi in cui, per mancanza improvvisa della corrente elettrica, l'orchestra piomba nel buio e continua a suonare. Ciò dimostra solo la bravura dell'orchestra e del direttore che l'ha preparata e non che il direttore è inutile.

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