mercoledì 5 giugno 2013

Qualcosa di Glass

Lo scorso inverno, in febbraio, penso fosse il 15, venerdì (potrei controllare ma non ne ho alcuna voglia) al conservatorio di Milano ho ascoltato un concerto con Gidon Kremer e la Kremerata Baltica. In quel concerto eseguirono, tra l'altro, il secondo concerto per violino (2009) di Philip Glass, denominato The American Four Seasons, anche se i quattro movimenti, intervallati da tre soli del violino e preceduti da un Prologo, hanno ben poche relazioni evidenti con le stagioni. Penso di averne anche scritto qui (potrei
controllare ma ne ho ancora meno voglia).
Ricordo che rimasi folgorato da quel pezzo e in questo periodo l'ho ascoltato e riascoltato molte volte. Stranamente il riascolto non mi ha mai stancato, anzi, riascoltandolo ho potuto apprezzare delle particolarità sempre nuove.
La cosa strana è che questa è una musica che non sarei mai capace di scrivere perché per mia formazione personale mi sento più incline ad apprezzare musiche di autori della tradizione nostrana tipo Maderna, Berio, Stockhausen, Ligeti, Penderecki, Dutilleux, Schnittke, Henze, ecc. però la musica di Glass, forse per questa sua diversità, mi affascina molto.
Mi sono inoltre ricreduto su certo minimalismo. Glass, di cui nel 1980 vidi e ascoltai a Milano da qualche parte Einstein on the beach con Robert Wilson e poi con la mia morosa di allora andai da Scoffone a scolarmi una bottiglia di recioto, ne è un esponente massimo e potrebbe sembrare facile ascoltare e scrivere una musica così e invece non lo è per niente. Potrebbe sembrare anche musica di sottofondo, un po' ambient music, ma ad un certo punto interviene qualcosa per cui non la puoi ascoltare come una musica da aeroporto o da sala d'attesa dal dentista.

Non mi resta che segnalare ad esempio il Prologo e il Movement I del concerto, così sinuoso e profumato (che sia la primavera?) e il turbinoso finale, un pezzo veramente travolgente.

Curiosa ad esempio la sua quarta sinfonia Heroes ispirata ad un famoso disco di David Bowie del 1977. La sinfonia si articola in 7 movimenti che portano i titoli di altrettanti canzoni. Il primo, ad esempio, è Heroes, dall'omonima canzone (molto famosa), il quarto è Son of the silent age, un brano di grande atmosfera dalla canzone con lo stesso titolo.

Per gli amanti del sax bello il Saxophone Concerto che esiste in versione di concerto con orchestra o per quartetto di sax. Io preferisco la versione per quartetto che è più affascinante e ha una linea più essenziale. Ecco il primo movimento eseguito dall'italiano Atem Sax Quartet, molto bravi.

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