sabato 8 giugno 2013

Gaetano d'Espinosa, un fine musico

L'altra sera, giovedì, il penultimo concerto della stagione della Verdi è stato diretto da Gaetano d'Espinosa con musiche di Mendelssohn, Ouverture dal Sogno di una notte di mezza estate e IV sinfonia "Italiana", e Hindemith, Metamorfosi sinfoniche su un tema di Weber.
Amo molto Hindemith, un compositore degno figlio della grande tradizione tedesca, un compositore complesso, dal contrappunto intricato, un grandissimo artigiano e un compositore capace ancora di esultare nonostante la miseria morale da cui era circondato nel momento della sua più grande gloria musicale e artistica nel periodo tra le due guerre.
Molto bella l'esecuzione di Hindemith da parte di d'Espinosa con un'orchestra in gran forma.
Buono il Mendelssohn con qualche alto e basso. Splendido il terzo tempo della sinfonia con una differenziazione dei legati e non legati veramente ottima e che raramente si sente in modo così chiara (Toscanini docet) e il travolgente finale di questa strana sinfonia in la maggiore che finisce in la minore. L'esecuzione dell'Ouverture del Sogno poteva essere più aerea e lieve.
A me personalmente d'Espinosa piace molto. Credo che fosse la terza volta che lo ascoltavo e mi ha sempre convinto. Ha un gesto che può sembrare un po' strano, marionettistico, come si diceva nell'intervallo davanti a un caffè con un paio di persone con cui parlavo, ma a me ricorda molto il gesto, con gli scatti dal centro all'esterno, di Georg Solti che ricordo in un concerto scaligero della fine anni '70 dove diresse proprio l'Ouverture del Sogno ma terminò con la terza di Brahms.
Per terminare due rapide annotazioni.
Perfetto d'Espinosa nel saluto all'orchestra. L'ha fatta sempre alzare indirizzando l'applauso a tutte le sezioni e salutando tutte le prime file degli archi (rammento solo che se nei primi violini il concertino è una signora o signorina si stringe la mano prima a lei e poi alla spalla). Lo dico perché capita di vedere qualche direttore che esce, si prende gli applausi con l'orchestra che lo guarda ed esce. Sono rari, ma capita.
Un'ultima annotazione riguarda Viviana Mologni, la timpanista titolare e colonna portante da sempre dell'orchestra. Da mesi è assente per problemi fisici legati alla sua professione. Ora sta tornando un po' alla volta. In questo concerto ha suonato nell'Ouverture del Sogno e in Hindemith dove ha dimostrato tutta la sua strepitosa bravura. Spero che con le dovute cautele possa tornare in piena efficienza pensando però che, probabilmente, non può suonare sempre sempre sempre e che qualche pausa se la deve prendere qua e là.

Nessun commento:

Posta un commento