mercoledì 1 maggio 2013

Frederic Rzewski: un compositore di lotta

Ieri sera all'Elfo in Corso Buenos Aires Andrea Rebaudengo, dell'Ensemble Sentieri Selvaggi, ha eseguito The People United Will Never Be Defeated che Frederic Rzewski scrisse nell'autunno 1975 come 36 variazioni sul tema della famosa canzone cilena El pueblo unido jamas serà vencido di Sergio Ortega che risale ai tempi della presidenza cilena di Salvador Allende. Il pezzo fu commissionato da Ursula Oppens che lo eseguì il 7 febbraio 1976 a New York.
Il brano si configura come un classico tema con variazioni come le Diabelli di Beethoven o le Variazioni su un tema di Haendel o di Paganini di Brahms. Essendo un brano degli anni 70 raduna in sé tecniche e stili moderni che vanno dal puntillismo a Stockhausen con suggestioni di Satie, Debussy e anche romantiche. Dopo una grande improvvisazione finale, che il pianista può eseguire a piacere, il tema iniziale torna, come nelle Variazioni Goldberg di Bach, e viene portato in trionfo con una perorazione e un'apoteosi finale commovente degna di un compositore di lotta come Rzewski.
Grande esecuzione di Andrea Rebaudengo che è stato premiato, alla fine della fatica veramente improba vista la difficoltà trascendentale del pezzo, da un'autentica ovazione. Un trionfo.
Si è trattato di una bellissima prosecuzione della serie di concerti "Musica impura" che fa seguito all'altrettanto bellissimo concerto di martedì scorso, 23 aprile, diretto da Carlo Boccadoro.
Si conclude così questo lunghissimo e interminabile mese di aprile che era iniziato con l'esecuzione dell'Oratorio di Pasqua a cura della Verdi Barocca e che ha visto il proprio culmine glorioso il giorno 23 con la laurea di mio figlio e il punto più basso, musicalmente parlando, con l'esecuzione in Auditorium della terza sinfonia di Marsalis, la Swing Symphony, un brano troppo lungo e noioso, una collezione di luoghi comuni jazzistici (ti aspetti che entri il sax, entra il sax, che entri la tromba, entra la tromba, ecc.) senza inventiva e creatività degna di un compositore come Marsalis dotatissimo musicalmente ma retrogrado e noioso. Meglio ma molto meglio tornare, a questa stregua, a Count Basie e al Duke Ellington del Cotton Club: creatività ed energia a palate. Peccato perché l'esecuzione dell'orchestra Verdi diretta da Wayne Marshall è stata splendida con 'aggiunta dell'ottima Jazz Band di Paolo Tomelleri.

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