domenica 14 aprile 2013

Un po' di musica qua e là

Il mio fine settimana musicale è iniziato giovedì con il concerto in Auditorium dove Oleg Caetani ha diretto il concerto per violoncello di Witold Lutoslawski, di cui ricorrono i cento anni dalla nascita, e la quinta sinfonia di Mahler.
Il concerto di Lutoslawski risale al periodo 1968/70 e fu eseguito il 14 ottobre 1970 da Rostropovich, dedicatario del concerto. Poiché sento sempre giudizi irridenti nei confronti della musica contemporanea o di certa musica del XX secolo, a parte il fatto che questo pezzo ha più di 40 anni, mi sbilancio a dire che il concerto, che è suonato da molti violoncellisti, è bellissimo e che diventerà un grande classico della musica del XX secolo. A molte persone piace la musica del XX secolo a seconda di quanto sembri una musica di un'epoca precedente. Fosse per me metterei un pezzo del XX secolo in ogni concerto, anche perché questa musica, se non la si esegue, non la si conoscerà mai e inoltre perché questa, volente o nolente, è la "nostra" musica. In ogni caso si calcola che ci vogliano circa 80 anni perché il pubblico entri in sintonia con la musica di 80 anni prima per cui c'è tempo (!), si fa in tempo a morire. Bella esecuzione del grande violoncellista armeno Alexander Chaushian ben assecondato dall'orchestra.
Nella seconda parte il maestro Caetani ha diretto la quinta sinfonia di Gustav Mahler, la sinfonia che inaugura il periodo centrale della produzione di Mahler con le tre sinfonie strumentali. Questa sinfonia è molto difficile da suonare e da ascoltare. E' una musica sconvolta e sconvolgente nei primi due movimenti che tende al negativo totale, all'azzeramento di ogni prospettiva positiva. Ma è anche capace di dolcezze infinite come nel quarto movimento, Adagietto, che viene travolto poi nel finale dove il suo tema principale, assieme a quello di un lieder dal Des Knaben Wunderhorn, il Lob des hohen Verstandes (Lode dell'alto intelletto) dove Mahler irride i critici del tempo che naturalmente stroncavano la sua musica "contemporanea", e molto altro materiale musicale compreso il corale che era naufragato alla fine del secondo movimento, costruiscono un monumento al contrappunto.
Questa è stata la prima sinfonia di Mahler che abbia ascoltato dal vivo nel luglio 1969, alla Scala con sir John Barbirolli sul podio, grandissimo mahleriano che sarebbe deceduto improvvisamente giusto un anno dopo. La gente (della platea) usciva dalla sala durante l'esecuzione a loro perenne vergogna. Ma quelli erano tempi in cui Mahler era troppo "contemporaneo" e del resto erano passati solo 60 anni dalla composizione della sinfonia per cui era troppo presto per poter essere apprezzata e troppo tardi per fischiarla.
L'esecuzione di Oleg Caetani è stata buona ma a dire il vero non mi ha colpito in modo particolare. Caetani è un ottimo direttore che mi pare avere una visione di ciò che dirige sempre un po' dal di fuori e dall'alto. L'esecuzione ne ha guadagnato in chiarezza ma non sono sicuro che abbia fatto veramente giustizia a Mahler.
Comunque buon successo per tutti da parte di un pubblico abbastanza numeroso.
Venerdì sera, al Teatro Comunale di Ferrara, Claudio Abbado con la Mahler Chamber Orchestra e Martha Argerich hanno fatto un concerto con il primo concerto di Beethoven e la terza sinfonia (in realtà la quinta) di Mendelssohn, "Scozzese". Essendomi sfuggito per un niente il concerto dello scorso ottobre alla Scala quando Abbado aveva diretto la sesta di Mahler, era dal febbraio 1993 che non vedevo e sentivo Abbado dal vivo, quando era venuto alla Scala con i Berliner Philharmoniker (Strauss, Brahms). La Argerich invece l'avevo sentita, l'ultima volta proprio in Auditorium quando aveva eseguito uno dei suoi cavalli di battaglia, il terzo di Prokofiev.
Passano gli anni ma la Argerich resta una musicista straordinaria con due mani e una tecnica fenomenale  e una incredibile fisicità con lo strumento e con il suono. In coppia con Abbado l'esecuzione è stata straordinaria perché, a parte il fatto che si tratta di due grandissimi musicisti e che l'orchestra ha suonato benissimo, i due sono amici da innumerevoli anni per cui l'intesa era perfetta. Sovrastata dagli applausi, la Argerich alla dodicesima chiamata, credo, ha fatto un bis, Traumes Wirren dai Fantasiestücke op. 12 di Schumann, affrontato in modo piuttosto spavaldo.
Nella seconda parte del concerto Abbado ha diretto la terza sinfonia di Mendelssohn. L'esecuzione è stata fantastica. A dire il vero non saprei cosa aggiungere perché si doveva essere lì per sentirla. Vedendolo dirigere e sentendo il suono dell'orchestra si ha l'evidente immagine del pensiero che diventa suono con la massima naturalezza.
Successo clamoroso per Abbado e l'orchestra.
Un'ultima annotazione sulla sala che ha un'acustica assolutamente fantastica. Si sentiva ogni sfumatura e ogni preziosismo della concertazione di Abbado, ogni timbro perfettamente calibrato ed equilibrato nella geniale concertazione di Abbado, veramente ricreatrice dell'opera che per certi versi mi sembrava quasi di ascoltare per la prima volta.
Ieri sera, infine, in Auditorium, il maestro Giuseppe Grazioli ha diretto un concerto con musiche di Nino Rota, con l'aggiunta di alcuni filmati, in occasione dell'uscita dei primi due CD della serie completa registrati nell'agosto 2011 dall'Orchestra Verdi come atto finale del ciclo di dieci concerti tenuti la domenica mattina nella stagione 2010/2011. Altri quattro CD usciranno nel corso dell'anno.
La musica di Nino Rota è stata spesso snobbata perché non troppo "contemporanea", ironia della sorte, ma non ci si deve dimenticare che la diresse perfino uno dei più grandi musicisti del '900, Bruno Maderna.
In realtà Rota era un geniaccio in musica e merita di essere conosciuto ben più che per i temi famosi di alcune colonne sonore. La conoscenza di questi CD, che oltretutto contengono molte musiche mai eseguite e registrate in disco, può essere un'ottima occasione di conoscenza.

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