Ieri sera ha preso il via il festival internazionale di musica antica Milano artemusica che terminerà il 29 agosto.
Seguire questo festival darà la possibilità di ascoltare un sacco di ottima musica e contemporaneamente di visitare anche alcuni di posti più belli di Milano, luoghi storici come la chiesa di San Sepolcro, la chiesa di San Bernardino alle Monache, la chiesa di san Pietro in Gessate.
Dal punto di vista musicale si nota immediatamente una grande presenza di Johann Sebastian Bach di cui saranno eseguite in due serate le suites per violoncello (22 e 23 agosto), l'Offerta musicale (8 agosto), musiche della famiglia Bach e in particolare dei figli (5 agosto) e musiche di Bach che in qualche modo hanno una relazione con musiche di musicisti veneti, in particolare Vivaldi. La rassegna però spazia anche su altre esperienze musicali come le musiche di Tallis, Gibbons, Byrd, Orlando di Lasso, Bonporti, Caldara fino ad arrivare a Mozart nel suo rapporto con la scuola di Mannheim.
Gli esecutori sono di grandissimo livello con Gustav Leonhardt che in tre serate (19, 20 e 21 agosto) spazierà nel repertorio clavicembalistico tedesco, francese e italiano, i Tallis Scholars, il nostro Gianluca Capuano con il complesso Il Canto d'Orfeo, Lars Ulrik Mortensen e la European Union Baroque Orchestra, Il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini, ecc.
Ieri sera grande inaugurazione in un Auditorium stracolmo con gente in piedi con la Accademia Bizantina di Stefano Montanari e Ottavio Dantone che hanno eseguito i sei Brandeburghesi di Bach, ovvero una di quelle musiche la cui conoscenza è assolutamente fondamentale non solo in relazione al periodo barocco ma a tutta la musica di ogni epoca.
L'esecuzione è stata ottima con scelte di tempi molto azzeccate, nè troppo veloci come talvolta accade di sentire dove le esecuzioni si trasformano in una specie di corsa podistica, nè troppo moderati. Stefano Montanari ha suonato sempre nel ruolo di violino principale che è presente in tutti i concerti tranne che nel sesto concerto scritto per viole, ma ha suonato anche lì la prima viola; memorabili le volate in su e in giù nel quarto concerto. Grande presenza scenica, personalità, estro, originalità e fantasia; veramente un ottimo strumentista. Di volta in volta è stato accompagnato dagli altri bravi strumentisti solisti che in modo vario partecipano a questi concerti, l'oboe, i corni, la tromba i flauti dritti e traversi, che Bach introduce in questa serie di concerti che sono una specie di caleidoscopio delle possibilità espressive dell'orchestra barocca, senza dimenticare però che queste combinazioni strumentali erano praticate anche da altri autori, ad esempio da Vivaldi la cui opera Bach conosceva ed apprezzava. Nel quinto concerto Dantone ha suonato il clavicembalo solista che ha un ruolo fondamentale e ha strappato un applauso a scena aperta alla fine del primo tempo dove c'è una lunga e difficile cadenza del clavicembalo solo.
Sala piena e grandissimo successo.
Venendo ad argomenti più personali mi ha fatto molto piacere vedere tra i violini suonare una violinista che suonava fino al 2007 nell'orchestra Verdi, Ana Liz Ojeda.
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