Seguire la Verdi nelle sue iniziative musicali ti può portare a Spoleto, come ieri per il concerto finale, ma ti porta anche nel carcere di San Vittore.
Così questa mattina ci siamo trovati in piazza Finlangieri per entrare nel carcere ed ascoltare il saggio del Coro amatoriale della Struttura Semplice Trattamento Avanzato “La Nave”, struttura destinata ai detenuti tossicodipendenti, diretto da Maria Teresa Tramontin, cantante nel coro della Verdi.
Entrare in un carcere, da visitatore, ed anche uscire non è facile. E' un luogo chiuso dove ogni 10 metri c'è una porta chiusa e una persona che la deve aprire e ti devi muovere sempre accompagnato. Però quando siamo arrivati alla nostra destinazione abbiamo trovato i membri del coro in camicia bianca che giravano liberamente nel raggio e ci salutavano come se ci fossimo sempre conosciuti. Tra loro ci sono persone giovani ed altre un po' avanti negli anni. Nulla di sinistro o di opprimente se non la consapevolezza di trovarci comunque in un carcere. Quegli "ospiti temporanei", come vengono chiamati, si sono poi esibiti in un programma fatto di canzoni famose da Branduardi a Morricone, concludendo con un bis dai Blues Brothers, verrebbe da dire quasi ovviamente, ovvero Rawhide, che hanno cantato con occhiali neri e cappello nero e a cui mancava solo la frusta di John Belushi e la rete contro cui lanciare le bottiglie di birra, che peraltro non c'erano.
Grandissimi applausi e facce contente.
Rinfresco finale per tutti insieme.
Spero che le nostre strette di mano e i nostri applausi siano stati, per quelle persone, una spinta ed un grande incoraggiamento per il loro migliore non lontano rientro in società.
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