Il primo brano era la Meditazione e danza della vendetta di Medea, op. 23a di Samuel Barber, nato come un balletto per Martha Graham nel 1945; successivamente rielaborato in una suite per orchestra, nel 1955 Barber focalizzò l'attenzione su Medea sintetizzando il materiale in questo brano che fu tenuto a battesimo dal grandissimo Dimitri Mitropoulos a New York nel 1956. Barber è universalmente noto per il famoso Adagio per archi ma del resto della sua produzione, almeno in Italia, se ne sa poco, per cui non si conosce molto questo raffinato autore ed è stato un piacere poter ascoltare questo bel brano, suonato dall'orchestra e diretto benissimo da John Axelrod.
Seguiva la Danza dei sette veli dalla Salome di Richard Strauss, un brano del 1905. Fu l'ultimo brano che Strauss scrisse per la Salome e secondo me non è all'altezza dell'opera con il suo esotismo da turista bavarese in vacanza. La stessa immagine di Salome che mi si forma nella mente non è quella di una flessuosa e maliziosa ragazza ma quella di una ragazzona un po' troppo in carne a causa dei troppi wurstel bianchi mangiati con la senape dolce e annaffiati da troppe birre. Comunque grande esecuzione da parte dell'orchestra.
La prima parte del concerto è terminata con la Danza rituale del fuoco da El amor brujo di Manuel De Falla, autore poco prolifico ma raffinatissimo. Brano strafamoso che però andrebbe sentito nell'insieme del lavoro a cui appartiene.

L'esecuzione data da John Axelrod è stata splendida, ottimamente concertata e condotta con una chiarezza d'idee e una capacità di coinvolgimento dell'orchestra assolutamente notevole. Il risultato è stato che l'orchestra lo ha seguito in modo assai encomiabile sia nei singoli (tutte le prime parti, il flauto di Massimiliano Crepaldi, l'oboe di Luca Stocco, il clarinetto di Fausto Ghiazza, il fagotto di Andrea Magnani, il corno di Giuseppe Amatulli, tutti i restanti fiati, le percussioni, l'arpa di Elena Piva e naturalmente il primo violino di Luca Santaniello, con qualche piccola pecca), sia nell'insieme.
Un grande concerto quindi dall'inizio alla fine.
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