Ieri sera, all'Auditorium san Fedele, c'è stato un bel concerto del Trio di Parma con l'aggiunta del clarinettista Ib Hausmann.
Il pezzo forte del concerto era naturalmente l'ultimo, ovvero il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen, brano di bellezza suprema e di una intensità quasi insostenibile nell'esecuzione dal vivo dove puoi vedere la tensione di chi suona in brani come il V Louange à l’Éternité de Jésus. Grande emozione nel pubblico bloccato nel silenzio per quasi un minuto senza applaudire alla fine dell'esecuzione. In effetti questo è un brano che passo dopo passo ti conduce in uno stato di sospensione, di immaterialità e di assenza della percezione del tempo in un clima di totale astrazione. Mi ha dato la stessa sensazione di quando studiavo matematica all'università dove si studiavano teorie che per essere comprese richiedevano una capacità di astrazione come se si dovesse uscire da sè e, sebbene tutto all'inizio sembrasse molto complicato, ad un tratto, quando cominciavi a capire, ti accorgevi di quanto fosse bella la cosa che stavi studiando ed in fondo anche semplice, nella sua complessità. E' da allora che ho capito che devo diffidare delle cose complesse che restano sempre ostinatamente complesse. Stessa cosa per questa musica, complessa ma non astrusa, di grande bellezza e con una enorme carica espressiva.
In precedenza erano stati eseguiti quattro brani in prima milanese. I primi due, Im Freien zu spielen di Federico Gardella e Solo il silenzio vive di Paola Livorsi, a dire sono risultati, almeno per me, abbastanza deludenti; troppo statici senza una via d'uscita; magari il tutto era voluto ma complessivamente l'effetto era piuttosto noioso. Invece il brano di Noriko Miura, Walk with the Light while Shining, per violino e violoncello è risultato interessante nell'intreccio degli strumenti e il quarto brano, di Toshio Hosokawa, Stunden-Blumen, un omaggio evidente a Messiaen, era interessante per come, muovendo da elementi minimi, costruisce un arco espressivo di sempre maggiore intensità e vigore per tornare alla fine al clima dell'inizio.
Un bel concerto ben suonato e con un grande pubblico fatto anche da tantissimi giovani, per fortuna!!!!!!!!!!!!
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Molto azzeccato il paragone tra la fruizione di Messiaen e la comprensione di meccanismi dell'intelletto la cui complessità non tradisce l'emozione. Cosa non darei per sentire il Quatuor dal vivo!
RispondiEliminaDal vivo è incredibile! Una delle più forti emozioni degli ultimi anni di ascolti musicali. Grandissimo Messiaen!
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