mercoledì 27 luglio 2011

Splendori della Serenissima

Ieri sera, in San Simpliciano, c'è stato il secondo concerto della serie Milano Artemusica, dedicata alla musica dall'antico al barocco.
Come dice il titolo in questo concerto si sono potute ascoltare musiche di autori che a vario titolo hanno lavorato a Venezia.
In particolare Dario Castello di cui è stata eseguita la Sonata decimaquinta a quattro dal Libro secondo delle Sonate concertate pubblicate nel 1629 a Venezia e dove viene presentato come "Musico Della Serenissima Signoria di Venetia in S.Marco, & Capo di Compagnia de Instrumenti" dove si vede come la forma della canzona tende ad articolarsi in una serie di episodi contrastanti a formare una sonata.
Poi Tarquinio Merula, bussetano attivo a Cremona dove morì ma appartenente alla scuola veneziana, di cui è stata eseguita una canzone a quattro "La lusignola" molto stravagante e piena di fantasia e la Ciaccona per due violini, genere questo della ciaccona piuttosto frequentato dai musicisti anche in campo vocale come nel madrigale Zefiro torna di Monteverdi, dove si vede come i vocalizzi dei cantanti e le volate dei violini avessero un'origine comune.
Passati attraverso altre musiche di Buonamente, Legrenzi e Galuppi il piatto forte e più atteso era naturalmente quello proposto da Antonio Vivaldi di cui sono stati eseguiti tre concerti con flauto.

Vivaldi morì a Vienna nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1741, quindi proprio oggi si può ricordare il 270° anniversario della sua morte (per una strana coincidenza domani sarà il 261° anniversario della morte di Bach); era poverissimo e fu sepolto in una fossa comune; il cimitero fu poi distrutto e vi fu edificato sopra un istituto tecnico; una lapide posta sul fianco dell'istituto lo ricorda.
Dopo morto fu completamente dimenticato e si ricominciò ad accorgersi che esisteva con la riscoperta della musica di Bach che aveva trascritto alcuni suoi concerti, ma la vera rinascita di interesse per Vivaldi è arrivata nel secondo dopoguerra con l'apertura di archivi e la nascita di complessi come I Musici o I solisti Veneti che ne hanno diffuso l'opera. Oggi quindi siamo in piena rinascita di interesse per questo autore favorita anche dalla pubblicazione di belle incisioni discografiche di concerti, opere sacre e per il teatro e musica da camera che sono conservati presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, in particolare le raccolte Mauro Foà e Renzo Giordano contenenti oltre 450 composizioni manoscritte in gran parte autografe e questo progetto discografico intende inciderle tutte.
Con Vivaldi si è avvertito subito un passo diverso pieno di invenzione e di passione. E' quasi incredibile pensare che Vivaldi abbia potuto scrivere così tanta musica strumentale e vocale mantenendo quasi sempre un livello così elevato.
Dei tre concerti presentati è risultato molto interessante il terzo, per flautino, RV 443, che contiene un secondo movimento piuttosto esteso e dal carattere sognante e poetico.
Chiesa piena, e grande successo per il complesso che suonava, Il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini che si è prodotto anche da solista nei tre concerti vivaldiani, dimostrando un virtuosismo di altissima qualità, per quanto posso giudicare io che non sono certo un virtuoso di quello strumento.

PS
Mi ha fatto molto piacere rivedere per la terza volta in pochi mesi un vecchissimo amico e compagno di scuola, Livio, con il quale ho frequentato quasi giornalmente la Scala in tutta l'era di Claudio Abbado. Assieme cantavamo interi duetti dal Don Carlo, Macbeth, ecc. Chiaramente non ci siamo mai dati appuntamento, nonostante ciò ci siamo incontrati, praticamente casualmente. Evidentemente chi in fondo si cerca, anche solo inconsciamente, si trova.

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