giovedì 22 aprile 2010
Alberi
Sembra che il progetto di Renzo Piano degli alberi a Milano nato su sollecitazione di Claudio Abbado sia fallito o stia per fallire. Così dice il Corriere. Il progetto costa troppo ed esporrebbe il comune a critiche, per cui se Piano-Abbado voglio portare avanti il progetto si trovino uno sponsor; cioè, hai la possibilità per fare un bel progetto per migliorare la vivibilità di Milano avvalendosi di uno dei più grandi architetti oggi viventi e gli dici: trovati uno sponsor perchè il progetto costa troppo. Lo stesso Piano ne parla in un intervento dove espone anche tutte le difficoltà che ha trovato nel portare avanti progetti simili in altre città in giro per il globo trovando però sempre soluzioni; ma noi, si sa, siamo sempre così speciali!
Non ho capito a questo punto se Abbado verrà a dirigere Mahler alla Scala ai primi di giugno a favore del popolo degli abbonati Scala, soprattutto quelli del turno A, che come ricorda oggi Angelo Foletto in un intervento su Repubblica, non spendono inutilmente i soldi dal parrucchiere per andare alla Scala ad ascoltare cavolate come la Lulu di Berg, che non è neanche musica ma rumore, mentre Mahler, alla fin fine, gli è entrato in testa a furia di ascoltarlo, una testa educata fin dalla prima infanzia alle cose pratiche, al lavoro, ad un sano pragmatismo tutto padano dove non trovano spazio idee fumose e irrazionali come quella di piantare alberi che poi non sai più dove parcheggiare la macchina dopo che hai già occupato gli accessi ai marciapiedi per le carrozzine e per i disabili. Che poi quegli abbonati sono i figli o nipoti di quelli che negli anni '50 a una rappresentazione del Wozzeck, sempre di Berg, costrinsero Mitropoulos, visti i tumulti in sala, a fermare l'opera e a rivolgersi al pubblico chiedendo di lasciarlo lavorare. Come ricorda Alberto Arbasino in un articolo di oggi su Repubblica, alla parola lavoro la sala d'incanto tornò alla calma anche se il motivo vero del tumulto non era la musica, a quanto pare, ma il fatto che avessero vestito "come un barbùn un inscì belomm!" che era il baritono Tito Gobbi, protagonista dell'opera e già ammiratissimo nel ruolo di Scarpia nella Tosca. Chissà se al concerto ci sarà anche Lady Moratti, magari con un cappellino a forma di bonsai. Certo in una città di provincia come Milano non si può mancare a un concerto di Abbado!
Nell'immagine gli alberi che stanno su via d'Annunzio in fianco alla darsena di cui si può ammirare purtroppo solo un breve scorcio dell'artistica recinzione.
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La Moratti con il bonsai è tocco di genio!
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