venerdì 29 gennaio 2010

Stagione 2009/10 de LaVerdi - Concerto N. 16


Reinhold Moritzevich Glière (1875-1956), compositore sovietico e didatta, ebbe tra i suoi allievi Prokofiev e Miaskovsky, a differenza di altri compositori che operarono nel suo stesso periodo, ad esempio Shostakovich o Prokofiev, non ebbe mai problemi con il regime ed anzi fu insignito di vari premi e medaglie e vinse anche per tre volte il premio Stalin. Evidentemente a Stalin piaceva per le stesse ragioni per cui Shostakovich rischiava di essere spedito in Siberia e ascoltando la sua musica si capisce il perché. Qui non c'è nulla di modernista; per Glière Stravinskij, Shostakovich, Prokofiev, Scrjabin e perfino Rachmaninov praticamente è come se non fossero esistiti. La sua è una musica che da un lato affonda le sue radici nelle tradizioni popolari russe, e dall’altro riconosce come maestri Borodin e Ciaikovskij. Uno dei suoi brani più famosi è il balletto "Il papavero rosso", balletto sovietico rivoluzionario, di cui è famosa la danza di marinai, brano tutto sommato molto banale. Ieri sera è stato eseguito il concerto per corno del 1951. Mia moglie, vista la data, era preoccupata. L'ho rassicurata e infatti la musica è scorsa via senza problemi. Bello il secondo movimento abbastanza poetico con il corno che alla fine produce un suono simile ad armonici dei violini. Finale chiassoso. Il concerto ha dato modo al cornista Radovan Vlatkovich, artista residente, di mettere in mostra tutta la sua bravura mostruosa.

Questo brano era incorniciato da due pezzi di Jean Sibelius, il Valzer triste e la seconda sinfonia.
Il Valzer triste, del 1903, probabilmente è la musica più famosa di Sibelius. Lui stesso si stupì del successo e si rammaricò del fatto che altra musica, ad esempio le sue sinfonie, fossero meno conosciute di quel branetto di 5 minuti appartenente alle musiche di scena Kuolema, ovvero Morte. Del resto ogni compositore ha un brano che diventa famoso a scapito di altri; Beethoven ad esempio non voleva sentir parlare della sonata al “Chiaro di luna” e dichiarava che la sonata Op. 79 era molto migliore di quell’altra; chi conosce la sonata Op. 79 può apprezzare questa affermazione. Il Valzer triste non è un valzer ironico o dissacrante alla Stravinskij e non è neanche un Danse macabre alla Saint-Saens. È un valzer del tutto normale che ha una certa piacevolezza, un bozzetto, una scena di genere. Altri brani di Kuolema sono più interessanti, ad esempio la Canzonetta ammirata anche da Stravinskij per un certo modo di condurre la melodia in uno stile alla San Pietroburgo.
La seconda sinfonia fu scritta tra il 1900 e il 1902. Iniziata a Rapallo fu terminata in Finlandia dopo un travaglio considerevole. Fu da subito un grandissimo successo ed assurse a ruolo di musica patriottica, per via del finale che è un grande corale. In realtà pare che Sibelius non avesse intenti patriottici e il suo travaglio era tutto interiore, ma si sa che la musica spesso viene interpretata nei modi più bizzarri e ognuno ci vede un po’ quello che vuole.
Cuore della sinfonia è il secondo movimento dove si delinea un paesaggio desolato e di morte. Il finale trova una risoluzione positiva con un inno finale imponente e di grande impatto, una musica che risolve positivamente e in modo molto forte una evidente crisi interiore.
Il concerto è stato diretto da Wayne Marshall che ha eseguito delicatamente il valzer, anche se, secondo me, ha staccato un tempo troppo rapido nel momento in cui il valzer verso la fine diventa più vorticoso. La sinfonia è stata risolta in termini molto muscolari. Però, secondo me, se si vuole che il corale finale abbia alla fine tutta la forza che deve avere ci deve essere la premessa a tutto ciò, altrimenti il corale diventa un effetto non preparato. Sempre secondo me, ad esempio, nel secondo movimento mancava una certa tetraggine, pensosità e gravità che gli sono necessari altrimenti il dramma non si dispiega e la successiva risoluzione positiva non ha motivazione. Io capisco che Marshall, grande esecutore di Gershwin e Bernstein, e che potrebbe fare molto bene anche altri autori americani quali Aaron Copland, Roy Harris, Samuel Barber, ecc. si ecciti non appena la musica si agita ritmicamente, ma credo sia un po’ riduttivo risolvere la musica solo in termini di ritmo/distensione, piano/forte. Un autore come Sibelius ha infinite sfumature che vanno assecondate come si può rilevare ascoltando grandi esecutori di Sibelius quali Karajan, Bernstein, Davis, Barbirolli, Ehrling, Salonen.

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